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Caso A-12 Avenger II: La Corte Suprema dà ragione ai contractors

Riferimento | Americhe | Marina |

A-12 Avenger II
Nel 1991 l’A-12 Avenger II, l’aereo che nei piani della Marina sarebbe dovuto diventare la nuova piattaforma stealth per attacchi in profondità in dotazione alle portaerei americane, fu cancellato dall’allora Segretario alla Difesa Dick Cheney per aumenti esponenziali dei costi, dei tempi e per la mancata aderenza ai requisiti di programma fissati.

Nel 1988 General Dynamics e McDonnell Douglas (ora Boeing) avevano firmato un contratto per lo sviluppo e la costruzione di otto velivoli di pre-serie per la Marina ad un prezzo indicativo di 4.8 miliardi di dollari. Tre anni più tardi la Marina, in concerto con il Pentagono, rescisse il contratto, imponendo alle compagnie il rimborso dei 1.35 miliardi di dollari già stanziati più gli interessi, che ora ammontano a circa 2.6 miliardi di dollari.

Le due parti hanno continuato a scambiarsi le responsabilità per decadi. Da una parte il governo americano argomentava che le società non erano in grado di produrre l’aereo come previsto dal programma, dall’altra le due società affermavano che il ritardo dello sviluppo è stato causato dal rifiuto del governo di rivelare dettagli importanti sulla tecnologia stealth, che a quel tempo godeva di requisiti di segretezza ancora più stringenti di quelli attuali. Al tempo tale tecnologia era stata collaudata dall’US Air Force con successo sull’F-117 Nighthawk e sul bombardiere B-2 Spirit.

La Corte Suprema americana ha accettato di rivedere una precedente sentenza della US Court of Federal Claims che costringeva Boeing e General Dynamics al rimborso della cifra, ribaltando di fatto il risultato.

In sostanza la Corte ha constatato che non è possibile individurare il colpevole certo fra i due attori coinvolti, dato che un’indagine in profondità per verificare la fondatezza della tesi di Boeing e General Dynamics si scontra con il divieto imposto dal Pentagono di rivelare particolari delicati che potrebbeto pregiudicare la segretezza.

Boeing, per bocca di J. Michael Luttig, Vice Presidente Esecutivo e Consigliere Generale, si dice soddisfatta della vittoria e “della decisione unanime della Corte di rovesciare la risoluzione unilaterale del contratto per il programma A-12 da parte del governo. E’ sempre stata nostra opinione che quella rescissione automatica sia stata una mossa impropria”.

L’A-12 è stato uno dei fallimenti più grandi della Difesa americana. L’aereo, progettato per sostituire l’A-6 Intruder con un assetto in grado di penetrare aree nemiche fortemente difese, non ha mai volato e non è mai entrato in produzione a dispetto di anni ed anni di sviluppo (a partire dal 1983).

La US Navy ancora oggi, a differenza dell’Aeronautica, non ha in servizio aerei stealth. La cancellazione del programma A-12 ha spinto la Marina ad un veloce ripiegamento sullo sviluppo dell’F-18 culminato nello F/A-18E/F Super Hornet, attualmente la piattaforma d’attacco standard imbarcata sulle portaerei americane.

La US Navy colmerà questo gap solo alla fine di questo decennio con l’entrata in servizio dell’F-35C Lightning II e di successive piattaforme UCAV.

LCS: Lockheed Martin e Austal avanzano la proprie proposte

Riferimento | Americhe | Marina |

lcs
Lockheed Martin (costruttrice delle LCS 1 e 3) e Austal, che da febbraio è il prime contractor del consorzio a cui partecipa General Dynamics (che fornirà le LCS 2 e 4) hanno inviato alla US Navy le proprie proposte industriali per aggiudicarsi il contratto che la Marina USA stipulerà entro il 2014 (con previsione di scelta del modello definitivo per questo dicembre) per la fornitura di 10 unità LCS (Littoral Combat Ship) a prezzo fisso più incentivi. Data la complessità del programma dovuta ai vari ritardi e al graduale aumento dei costi di produzione delle prime 4 unità, la Marina USA vuole premunirsi richiedendo ai partecipanti alla gara di presentare un robusto piano finanziario e tecnico, oltre che un programma con tempistiche certe. Potenzialmente il programma potrebbe portare ad un ordine complessivo di 51 unità da costruirsi entro il 2020 per un valore di 18 miliardi di dollari.

Il cantiere di Marinette Marine Corporation (MMC), società statunitense controllata da Fincantieri, parte del team LM, in caso di vittoria costruirebbe le 10 navi portando ad una accelerazione dei lavori di ampliamento e modernizzazione dei siti di costruzione nel Wisconsin situati nella regione dei Grandi Laghi.

Austal USA è il cantiere avversario situato a Mobile, Alabama. General Dynamics Bath Iron Works ha deciso infatti di ritirarsi dal consorzio per poter competere al ruolo di secondo fornitore del design vincente, mentre la divisione General Dynamics Advanced Information Systems fungerà da subfornitore. GDBIW è attualmente primo contraente della Coronado (LCS 4).

Le lezioni imparate con la costruzione della LCS 1 e 3 hanno già portato, secondo Lockheed Martin, ad una riduzione delle ore di lavoro necessarie per la costruzione di ciascuna unità del 30%, risultati che verranno evidenziati in sede di contrattazione.

Il team guidato da LM ha consegnato alla Marina la USS Freedom (LCS 1) nel 2008; l’unità ha completato il suo primo dispiegamento operativo all’inizio di quest’anno ed ha inoltre partecipato recentemente alla grande esercitazione Rim of the Pacific 2010, dove ha operato a fianco di marine internazionali ed eseguito una serie di simulazioni operative. Tuttavia i pacchetti di missione intercambiabili ASuW e ASW della Freedom hanno dato qualche problema tecnico che ha portato ad un rallentamento del processo di integrazione.
La terza LCS, la Fort Worth, ordinata nel marzo 2009, è al 60 per cento del completamento, con consegna prevista nel 2012.

General Dynamics ha consegnato il trimarano USS Independence nel 2008, ora operativo e stanziato a Norfolk, Virginia, mentre la USS Coronado verrà consegnata anch’essa nel 2012.

Le LCS, unità tecnologicamente avanzate e particolarmente innovative, saranno impiegate in missioni ASuW, MIW e ASW, e sono atte a contrastare efficacemente minacce di tipo “asimmetrico”, derivanti da potenziali attacchi terroristici. Queste navi potranno essere impiegate, inoltre, per una vasta gamma di azioni di supporto, di pattugliamento e umanitarie.

UK: Firmato contratto per il veicolo ASCOD SV per il programma FRES

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Il Ministero della Difesa del Regno Unito ha scelto lo ASCOD di General Dynamics UK quale piattaforma SV (Specialist Vehicle) del programma FRES (Future Rapid Effect System), scartando la versione dello svedese CV-90 offerta da BAE Systems. FRES intende rinnovare gradualmente nei prossimi 30 anni la flotta di mezzi corazzati del British Army. Il programma, che ha superato una fase di ristrutturazione al fine di contenere i costi, ha visto la sospensione dell’acquisizione del Piranha 5 quale Utility Vehicle per concentrare le energie e e le risorse sui mezzi scout SV.

Il contratto, del valore di circa 607 milioni di euro, copre la fase dimostrativa con la costruzione di sette prototipi derivati dal veicolo ASCOD in servizio presso gli eserciti spagnolo e austriaco, che verranno testati a partire dal 2013. La data di entrata in servizio è prevista per il 2014, coincidente con il ritiro dei veicoli CVR(T), versione Scimitar.

L’attenzione per ora è concentrata sulla versione Scout (ricognizione) dell’ASCOD SV, ma il veicolo fornirà la base di altre varianti quali posto comando, trasporto feriti, genio, artiglieria con obice da 155 mm.

L’ASCOD SV Scout pesa 28 tonnellate, 42 a pieno carico, ma può raggiungere le 45 tonnellate con corazzature aggiuntive, dispone di una torretta con cannone da 40 mm abbinato ad una mitragliatrice da 7.62 mm, è aviotrasportabile via A400M e necessita di un equipaggio di tre persone.

FRES consiste in una famiglia di veicoli blindati da 27–30 tonnellate, avio-trasportabili (A400M, C-130J), capaci di operare in ambiente networkcentrico, che costituiranno la spina dorsale delle brigate leggere per il prossimo futuro, andando a sostituire i veicoli blindati che si stanno avvicinando al termine della loro vita operativa.

Il valore del contratto finale, che coprirebbe oltre 600 veicoli, è stimato in circa 11 miliardi di euro.

La seconda Littoral Combat Ship Independence completa le prove in mare

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LCS 2 "Independence"
La Independence (LCS 2), la innovativa nave da combattimento costruita da Austal, partner del team guidato da General Dynamics, ha completato con successo la serie di test in mare di competenza del costruttore, avvenuti nel Golfo del Messico. La campagna di prove si è sviluppata lungo più di 50 rigorosi eventi dimostrativi sia della nave che di tutti i suoi sistemi, in preparazione del controllo finale da parte della Marina prima della consegna.

Fra i risultati di rilievo, il raggiungimento di una velocità costante di 44 nodi durante le quattro ore di test a piena potenza, con picchi superiori ai 45 nodi. Molti dei test sono stati condotti in alto mare (onde fino a 2.4 m) con condizioni del vento pari a 25 nodi. Nonostante il tempo, il ponte di volo è rimasto stabile in manovra e la nave ha più volte raggiunto velocità di oltre 45 nodi con propulsione e sistemi di controllo operanti in modalità completamente automatica, dimostrando l’efficacia dei sistemi di navigazione, dei 4 water jets orientabili, e delle caratteristiche di efficienza e stabilità associate alla configurazione trimarano.

Test positivo anche per l’infrastruttura informatica ad architettura aperta denominata OPEN CI, colonna portante della nave che integra i sistemi di combattimento, controllo dei danni, controllo tecnico, pacchetto missione e le funzioni di elaborazione dei dati di bordo. L’OPEN CI, facilmente riconfigurabile a seconda della missione, attraverso il Core Mission System, ha rilevato con successo, ingaggiato ed eliminato un attacco simulato di un missile da crociera partito da un piccolo aereo in rapido movimento.

Jeff Geiger, presidente dei cantieri di General Dynamics Bath Iron Works (prime contractor del programma), presente a bordo della nave durante le prove di velocità, ha commentato: “L’Independence ha superato le nostre aspettative in termini di manovrabilità, stabilità, capacità di manovra e velocità. Siamo molto lieti di essere un passo più vicini alla consegna di questa piattaforma altamente capace, versatile e letale alla Marina degli Stati Uniti”.

Il programma Littoral Combat Ship ricopre una parte importante nel piano della Marina per affrontare le minacce asimmetriche del 21° secolo. Destinate ad operare nelle zone costiere, le navi saranno veloci, estremamente maneggevoli e dotate di strumenti per l’individuazione ed eliminazione delle mine, per la lotta antisommergibile e contro unità di superficie.

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