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Firmato l’accordo per la vendita di due BPC Mistral alla Russia

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bpcFrancia e Russia hanno ufficialmente firmato un accordo intergovernativo di cooperazione militare il cui oggetto è la costruzione congiunta di quattro BPC (Bâtiment de projection et de commandement) classe Mistral per la Marina Russa, di cui due saranno vendute dalla Francia e le rimanenti costruite in Russia. L’accordo formale, che segue l’annuncio dato a dicembre, segna il primo grande acquisto di assetti militari occidentali da parte della Russia; il luogo della firma è stato presso i cantieri STX di Saint-Nazaire (dove avverrà la costruzione delle prime due unità), ed è stato siglato dal Ministro della Difesa francese Alain Juppé e Igor Setchine, Vice-Presidente della Federazione Russa, alla presenza del Presidente francese Nicolas Sarkozy.

Secondo l’accordo, Francia e Russia si impegnano a fornire “supporto completo alla costruzione di due BPC in Francia e due in Russia”. La loro realizzazione dovrebbe aprire “nuove prospettive di cooperazione” tra le due nazioni. Il valore della vendita delle prime due navi dovrebbe attestarsi sui 1.2 miliardi di euro, sebbene il presente accordo non fissi ancora costi e tempistiche certe, e il contratto per l’avvio della costruzione delle prime due navi debba ancora essere finalizzato. Sarkozy ha affermato che l’accordo garantirà 1.500 posti di lavoro in Francia in quattro anni.

Il team industriale sarà composto da STX Europe (parte del gruppo sud-coreano STX), DCNS e dalla russa OAO United Shipbuilding Corporation. I russi parteciperanno inizialmente al 20 per cento nella costruzione della prima unità mentre la quota di lavoro salirà al 40 per cento nella seconda, fino ad arrivare all’80 per cento per la terza e quarta unità, le quali verranno costruite presso i Cantieri dell’Ammiragliato di San Pietroburgo. Le consegne delle prime due navi sono previste entro il 2015 (la prima nel 2013).

Lunga 199 m e con un dislocamento di 21.000 t, ciascuna nave può raggiungere i 19 nodi, e ospitare un equipaggio di 160 uomini. Le capacità delle BPC di soddisfare i requisiti per l’utilizzo degli LCAC e i bisogni di flessibilità delle forze di proiezione (le navi sono abilitate al trasporto di 16 elicotteri pesanti, 2 LCAC o 4 LCM, 450 uomini o mezzi per 1/3 di un reggimento meccanizzato), unite all’avanzata strumentazione di bordo, come il sistema di gestione del campo di battaglia Senit 9, le rendono ottimali per il comando di una task force navale di proiezione.

Le prime due navi d’assalto anfibio, la Mistral e la Tonnere, sono state consegnate rispettivamente nel 2006 e nel 2007 alla Marine Nationale. La terza unità, la Dixmude, in fase di costruzione, entrerà in servizio nella marina francese nel 2012.

Messo in acqua il drone Espadon

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Una dimostratore di unità di superficie senza pilota USV (Unmanned Surface Vehicle) è stato posto per la prima volta nelle acque del fiume Blavet nei pressi della cittadina di Hennebont, in Bretagna, nell’ambito di un programma di studio per un nuovo assetto destinato alla lotta anti-mine chiamato Espadon (acronimo di Evaluation de Solutions Potentielles d’Automatisation de Déminage pour les Opérations Navales, valutazione di possibili soluzioni per l’automazione dello sminamento per operazioni navali).

Il catamarano di 17 metri e 25 tonnellate, denominato Sterenn Du (stella nera in bretone), si configura come un drone porta-droni; a bordo troveranno infatti posto due UUV (Unmanned Underwater Vehicles) che, guidati a distanza, serviranno a individuare e neutralizzare le mine e bonificare l’area di accesso per consentire operazioni in sicurezza alle forze di sbarco anfibio. Il battello sarà anche dotato di sonar rimorchiato fornito da Thales.

La Direzione Generale degli Armamenti (DGA) ha notificato il contratto per l’Espadon (pesce spada), inserito nelle misure per il rilancio dell’economia francese, nel luglio del 2009, vinto dal gruppo industriale composto da DCNS, Thales Underwater Systems (TUS) ed ECA. Il cantiere locale Pech’Alu International ha realizzato il prototipo per conto di DCNS, mentre studi dettagliati sono stati condotti dalla società di consulenza HT2, di Nantes.

L’obiettivo di questo tipo di USV è quello di condurre operazioni di sminamento di vaste zone marittime e costiere senza esporre direttamente a rischio la vita degli operatori. Le prove saranno condotte in mare, al largo di Brest, nel 2011 e 2012, sotto supervisione della DGA e della Marine Nationale.

In particolare le prove consisteranno nel valutare le caratteristiche ambientali e determinare l’assenza o la presenza di mine, calcolando la probabilità di un passaggio sicuro per assetti di alto valore; monitorare periodicamente i settori di interesse per costruire un database di riferimento velocizzando così l’individuazione di nuovi oggetti in acqua; localizzare e classificare gli obiettivi per lo sminamento mediante il dispositivo di ricerca; trovare percorsi alternativi.

I risultati ottenuti con l’Espadon permetteranno al programma SLAMF (système de lutte anti-mines futur) di beneficiare dei progressi tecnologici che verranno acquisiti in termini di impiego di strumenti robotizzati per la lotta anti-mine.

Il cacciatorpediniere Forbin entra in servizio attivo

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La Marine Nationale ha ufficialmente accettato il cacciatorpediniere Forbin (D620), classe Orizzonte, per compiti di servizio attivo in coincidenza con il raggiungimento della sua piena capacità operativa. Inizia così il “ciclo di vita” dell’unità frutto della cooperazione franco-italiana in ambito navale.

“Il prodotto consegnato alla Marina è la somma di vari programmi e operazioni che sono state coordinate per raggiungere una nave pienamente operativa”, ha detto Lionel Morin, direttore dei programmi Horizon/FREMM alla DGA.
Oltre il sistema di combattimento primario PAAMS (Principal Anti-Air Missile System), recentemente collaudato a bordo della Type 45 HMS Dauntless e verificato con successo sulle navi italiane e francesi, l’unità integra diversi altri sistemi vitali per il successo del programma. “Da la coerenza globale di questi programmi dipende l’efficacia della nave. L’ammissione al servizio attivo certifica tutte queste capacità operative e attesta che i lavori della DGA sono stati completati”, ha aggiunto Morin.

Per le sue caratteristiche tecnologiche, la nuova generazione di caccia Orizzonte è in grado di svolgere un ampio spettro di missioni. Come le gemelle italiane Andrea Doria e Caio Duilio, il Forbin è una nave multiruolo dotata di armamento idoneo a fronteggiare tutte le minacce aeree, di superficie e subacquee. Il suo compito principale è la difesa aerea di un gruppo navale costruito attorno a una unità maggiore come la portaerei Charles de Gaulle, o la Mistral in missioni di proiezione di forza. Questa unità può anche svolgere missioni di messa in sicurezza dell’area, di coordinamento e comando delle operazioni aeree, e partecipare in azioni di combattimento ad alta intensità in aree di crisi.

Da parte sua, la DGA rimarrà coinvolta in tutto il ciclo di vita della nave fino al suo smantellamento, intervenendo ad esempio nel caso di modernizzazione e aggiornamento dell’unità. La seconda nave della classe, il Chevalier Paul, ricevuta dalla Marina nel dicembre 2009, entrerà in servizio attivo a fine 2011.

Il programma Orizzonte rappresenta uno fra i più importanti casi in ambito europeo in materia di cooperazione navale tra due Marine, le quali sono riuscite a far convergere i loro requisiti operativi e gli interessi industriali dei due paesi nella realizzazione di 4 unità che rappresenteranno la base della componente d’altura della Marina Militare Italiana e della Marine Nationale. Il consorzio incaricato della gestione del programma è HORIZON SAS, partecipato pariteticamente da Orizzonte Sistemi Navali (Joint Venture fra Fincantieri e Finmeccanica) e DCNS.

Le navi hanno un dislocamento a pieno carico di 7.050 tonnellate, una lunghezza di circa 153 metri, una larghezza di 20 metri e potranno raggiungere una velocità massima di 29 nodi. Disporranno di sistemi di scoperta e d’arma di alto livello tecnologico, la cui concezione deriva da collaborazioni internazionali di particolare rilevanza, come il programma Paams per il sistema missilistico antiaereo a medio raggio e quello Slat per la difesa antisiluro.

SMX-25 e Advansea: Le novità DCNS a Euronaval 2010

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SMX-25

Con questo concept DCNS rinnova il concetto di sommergibile definendo un’unità in grado di portarsi velocemente in zona d’operazioni per condurre missioni che richiederebbero, a seconda della necessità, la presenza di una fregata o di un sottomarino, per lotta ASuW, ASW, attacco in profondità, protezione aerea.
Compito primario è la ricognizione e la neutralizzazione delle minacce che potrebbero impedire la riuscita di una missione di proiezione di forza o assalto anfibio.

Nell’innovativa modalità operativa semi-sommersa (in cui solo la parte superiore dell’unità emerge), lo SMX-25 può azionare una serie di sensori (tra cui il radar di sorveglianza aerea) e lanciare verticalmente un inventario d’armi identico a quello di una normale nave di superficie (16 fra missili anti-nave, da crociera per attacchi in territorio nemico, anti-aerei per autodifesa), il tutto rilasciando una firma radar estremamente ridotta. Può anche rilasciare un UAV (Unmanned Aerial Vehicle) per raccogliere informazioni di intelligence circa obiettivi a terra o in superficie.

In modalità sommersa lo SMX-25 svolge la missione di un sottomarino convenzionale, sebbene con capacità ridotte relativamente al numero di siluri pesanti imbarcabili (4), con tutti i mezzi di occultamento (grazie alle sue caratteristiche stealth), scoperta e inseguimento dei bersagli propri del ruolo. Dispone di 4 tubi lanciasiluri e può rilasciare UUV (Unmanned Undersea Vehicles) per aumentare la consapevolezza situazionale in zone ostili potenzialmente minate.

Il progetto SMX-25 prevede un’unità lunga 109 metri, che può viaggiare in superficie ad una velocità di 38 nodi (10 in immersione), con un dislocamento di 2.850 tonnellate (4.560 in immersione), grazie a un sistema di propulsione ibrido basato su motori diesel, tre turbine a gas e tre waterjet per poi passare, una volta in teatro d’operazione, alla spinta fornita da due eliche spinte da motori elettrici installate su due pod retraibili.

L’autonomia è di 30 giorni con un equipaggio a bordo di 27 uomini con possibilità di trasportare una decina di membri delle forze speciali.

Advansea

AdvanSea (ADVanced All-electric Networked ship for SEA dominance), è un interessante concept di fregata completamente elettrica (con riguardo sia alla propulsione che all’armamento di bordo), lunga 120 metri con un dislocamento di 4.000 tonnellate e velocità di punta di 28 nodi.

La nave integra tre innovazioni tecnologiche. La prima è l’abbinamento di superconduttori* ai due motori elettrici per risparmiare energia, peso e spazio offrendo allo stesso tempo una potenza ottimale (circa 10 MW ciascuno) per le diverse utenze interessate (*la superconduttività è un fenomeno che si presenta in alcuni materiali portati a bassissima temperatura, coincidente con la totale mancanza di resistività elettrica). La seconda novità riguarda lo sviluppo di nuovi sistemi di immagazzinamento dell’energia, in grado poi di rilasciarla istantaneamente a seconda delle necessità, mentre la terza consiste nella possibilità di pilotare in tempo reale il flusso di energia verso alcune utenze selezionate grazie alla convergenza tecnica sia dei sistemi di combattimento che di quelli della piattaforma, ottenendo un risparmio complessivo nei consumi elettrici della nave.

L’obiettivo è quello di costruire una fregata dotata dei mezzi per affrontare efficacemente le crisi regionali ad alto livello di intensità, equipaggiata con dei sistemi che offrano una migliore capacità di individuazione delle minacce, una maggiore reattività della risposta, e in grado di rispondere in modo graduale o letale contro gli obiettivi tracciati, con maggiori livelli di sicurezza per l’equipaggio e nessuna dipendenza dai carburanti fossili.

L’armamento in particolare si basa su armi laser, missili alloggiati in lanciatori completamente integrati nello scafo e un cannone elettrico per il lancio di proietti a lunghissima distanza. I laser hanno un livello di letalità variabile grazie alla variazione dell’intensità del fascio, mentre il cannone elettrico, in sviluppo anche negli USA, garantirebbe una maggiore economia d’esercizio rispetto ai normali missili da crociera per distruggere obiettivi a terra.

La nave ospita una piattaforma multi-sensore (dove sono alloggiati il radar multifunzione a facce piane, sistemi di comunicazione e guerra elettronica) integrata nella sovrastruttura (similarmente ai cacciatorpedinieri Zumwalt) per migliorare le prestazioni operative e per una maggiore stealthness, e due ponti di volo, uno di poppa e uno sopra l’hangar, per operare, rispettivamente un elicottero della classe dell’NH90 e una serie di UAV trasportati in sede da un ascensore dedicato.
La rampa posteriore è attrezzata per il lancio di barche veloci o USV (Unmanned Surface Vehicles).

DCNS stima in 15/18 anni il tempo di maturazione delle tecnologie e dei materiali adatti alla costruzione di questo prototipo.

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