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Lo Schieramento di Mezzi della Coalizione per la Guerra in Libia

Riferimento | Analisi | Medio Oriente e Africa |

Un elenco quanto più possibile aggiornato diviso per paesi partecipanti dei mezzi schierati per la campagna Odyssey Dawn (ora Unified Protector), che prende sempre più le sembianze, data la neutralizzazione repentina dell’avversario, di una gigantesca esercitazione aeronavale per il collaudo e la prova in operazioni reali degli assetti della coalizione.

Stati Uniti (Operazione Odyssey Dawn)

· Sottomarini classe Los Angeles USS Newport News (SSN 750), USS Providence (SSN 719), USS Scranton (SSN 756) e USS Florida (SSGN 728), classe Ohio.
· Cacciatorpedinieri USS Barry e Stout (classe Burke).
· LHD Kearsarge (LHD 3), classe WASP, con i quattro velivoli AV-8B Harrier II+ imbarcati ed MV-22, e LPD Ponce (LPD 15), classe Austin, con a bordo i Marines del 26th Marine Expeditionary Unit (MEU).
· Nave comando Mount Whitney (LCC/JCC 20).
· Nave di supporto Lewis and Clark (T-AKE 5), fregata Robert E. Peary e il rifornitore Kanawha.
· 4 Aerei da guerra elettronica EA-18G Growler, 4 P-3C Orion per sorveglianza marittima, un EP-3E Aries per sorveglianza elettronica.
· 3 Bombardieri B-2, con missioni in volo non-stop dalla base Whiteman nel Missouri, così come 2 B-1 con partenza da Ellsworth AFB, 10 caccia F-15E (1 precipitato vicino Bengasi per avaria tecnica, entrambi i piloti in salvo) e 8 F-16CJ giunti ad Aviano da Spangdahlem, F-16CG del 31 FW. Alcuni F-16CJ sono stati rischierati a Sigonella con i Growler.
· In arrivo anche il gruppo navale per assalto anfibio Bataan Amphibious Ready Group, con le navi Bataan, Mesa Verde e Whidbey Island.
· Elicotteri CH-53 e MH-60.
· 1 EC-130H.
· 1 EC-130J.
· 1 KC-130J.
· 2 KC-135.
· 1 U-2.
· 1 Global Hawk.
· 2 MQ-1 Predator

Francia (Operazione Harmattan)

· Portaerei Charles de Gaulle, con 8 Rafale F3, 6 Super Étendard Modernisé, 2 E-2C Hawkeye, 2 elicotteri EC725 Caracal e 1 SA330 Puma.
· Cacciatorpedinieri Jean Bart e Forbin.
· Fregate Dupleix e Aconit, rifornitore Meuse.
· 8 Rafale, 2 Mirage 2000-5, 2 Mirage 2000-D, 6 tanker KC-135 e una piattaforma AWACS E3F.
· C-160G.

Regno Unito (Operazione Ellamy)

· 1 sottomarino HMS Triumph classe Trafalgar (rientrato il 2 aprile e sostituito dal HMS Turbulent).
· Fregate Westminster (Type 23) e Cumberland (Type 22).
· 10 Typhoon (due ora ritirati) e 4 Tornado GR4 (ora 12 in totale) schierati a Gioia del Colle.
· 2 E3-D Sentry, 1 Sentinel R1, 1 R1 Nimrod, 1 TriStar, 2 VC-10, C-17 e C-130.
· Cacciatorpediniere HMS Liverpool in sostituzione della fregata HMS Cumberland, cacciamine HMS Brocklesby.

Italia

· Portaerei leggera Giuseppe Garibaldi con bordo 8 AV-8B Harrier II Plus, 3 elicotteri da pattugliamento marittimo EH-101 e 2 elicotteri AB-212, un team del Reggimento San Marco.
· Cacciatorpediniere Andrea Doria (rientrato a Taranto il 1° aprile assieme alla corvetta Fenice e al pattugliatore Comandante Borsini), fregata Libeccio con due AB-212, nave rifornitrice Etna con un AB-212, pattugliatore Comandante Bettica con un AB-212, LPD San Marco.
· 4 Tornado ECR, 2 Tornado IDS, 4 F-16, gli Eurofighter del 36° stormo di Gioia del Colle e 4 Eurofighter del 4° Stormo dislocati a Trapani Birgi, 3 C-130J.

Canada (Operazione Mobile)

· Fregata Charlottetown, classe Halifax.
· 6 CF-18 (Trapani-Birgi).
· 2 C-17.
· 2 C-130J.
· 1 CC-150.

Spagna

· 4 F-18 a Decimomannu (rischierati a Sigonella).
· 1 tanker 707, 1 CN-235.
· Fregata F-100 Méndez Núñez, 1 sottomarino S-74 Tramontana (sostituito ora dal Mistral).

Grecia

· 4 F-16.
· 1 EMB-145 Erieye.
· 2 AS.332 Super Puma.
· 1 Fregata.

Belgio

· 6 F-16.

Paesi Bassi

· 6 F-16 (Decimomannu).
· 1 Tanker KDC-10.
· 1 Cacciamine Hr. Ms. Haarlem.

Danimarca

· 6 F-16 schierati a Sigonella.
· 1 C-130J.

Norvegia

· 6 F-16.

Svezia

· 8 Gripen, 1 C-130 (Decimomannu, ora a Sigonella).

Turchia
· 4 Fregate
· 1 Nave appoggio
· 1 Sottomarino

Emirati Arabi Uniti

· 6 Mirage 2000 e 6 F-16 (1 danneggiato in fase di atterraggio a Sigonella).

Qatar

· 2 Mirage 2000, 1 C-17.

Lanciata l’operazione Odyssey Dawn, bombardamenti sulla Libia

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Le forze “democratiche” occidentali hanno dato inizio all’operazione Alba d’Odissea con un attacco delle forze militari fornite dalla “coalizione dei volenterosi” contro la Libia di Gheddafi, prevalentemente incentrato sulla distruzione delle difese aeree libiche (DEAD – destruction of enemy air defenses) come prassi per l’applicazione della No-Fly Zone, autorizzata dalla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’attacco ha preso di mira anche centri di comando e controllo, basi aeree, reti di comunicazione nei dintorni della capitale Tripoli e sulla costa mediterranea.

William Gortney, portavoce del Dipartimento alla Difesa americano, ha affermato che all’operazione partecipano, oltre gli Stati Uniti, a vario grado di coinvolgimento anche Italia, Francia, Gran Bretagna, Canada e alcuni paesi della Lega Araba (gli alleati USA Bahrain, Giordania, Egitto, Arabia Saudita ed Emirati Arabi). L’operazione è gestita dal Generale americano Carter Ham, a capo dello US Africa Command basato a Stoccarda, in Germania.

Benchè formalmente l’obiettivo della coalizione militare sia quello di prevenire ulteriori attacchi da parte delle forze libiche sui rivoltosi, è chiara la volontà di degradare il potere di Muammar Gheddafi come misura preventiva al “regime change”, con tutte le implicazioni strategiche e geopolitiche del caso.

Mentre sorgono i primi attriti tra Francia e USA per presunti raid non concordati relativi al primo attacco francese di ieri, l’Ammiraglio americano Mike Mullen ha annunciato che la zona di non sorvolo è ufficialmente già operativa.

La prima operazione ha visto protagonisti ieri i caccia multi-ruolo Rafale dell’Armée de l’Air partiti dalla Francia e rimasti in zona d’operazioni, con l’ausilio di rifornimenti in volo, per il tempo necessario all’acquisizione degli obiettivi (forze di terra nell’area di Bengasi) e la loro distruzione, attività cominciata alle 17:45 circa. L’operazione, denominata Harmattan, è partita ufficialmente alle ore 13:30 e ha coinvolto 8 Rafale, 2 Mirage 2000-5, 2 Mirage 2000-D, 6 tanker KC-135 e una piattaforma AWACS E3F. Hanno partecipato anche le due fregate Jean Bart e Forbin.

Dal mare è partito l’attacco anglo-americano condotto per mezzo di missili Tomahawk lanciati sia da un sottomarino inglese classe Trafalgar che dalle unità di superficie e sommerse americane (la sesta flotta è schierata con a comando la nave Mount Whitney, presenti anche i sottomarini classe Los Angeles USS Newport News, Providence, Scranton e lo SSGN Florida, classe Ohio, mentre nessuna portaerei è al momento disponibile in zona). Il cacciatorpediniere USS Barry, classe Burke (DDG 52), è stato tra le prime piattaforme assiemo allo USS Stout (DDG-55) a far partire i circa 110 missili da crociera contro i circa 20 siti anti-aerei libici, aiutato anche dai Tornado GR4 della Royal Air Force, arrivati in volo dalla base inglese di Marham, che hanno rilasciato un imprecisato numero di missili Storm Shadow. I caccia della RAF hanno quindi compiuto un’operazione di bombardamento percorrendo 3.000 km fra andata e ritorno, il che ne fa la missione d’attacco a maggiore distanza compiuta dalla guerra delle Falkland-Malvinas. A supporto sono stati schierati un rifornitore VC-10 e un TriStar, così come un AWACS E3D Sentry e il velivolo da sorveglianza Sentinel R1. In zona anche le fregate HMS Westminster e HMS Cumberland. Sei F-16 danesi sono giunti invece alla base aerea di Sigonella, in cui giungeranno anche sei F-16 norvegesi, mentre forze aeree greche sono a disposizione con base a Creta.

Resta da valutare in quale misura siano stati coinvolti gli Eurofighter Typhoon della RAF, al loro primo intervento in teatro, che saranno utilizzati anche per il mantenimento della zona di non sorvolo, così come le piattaforme da guerra elettronica e i droni per intelligence, sorveglianza e ricognizione Global Hawk. Sembra ormai certo l’impiego di 3 bombardieri B-2 che hanno colpito con 4 decine di JDAM una base aerea libica. Intanto 4 F-18 spagnoli, assieme ad un aereo da rifornimento 707 ed uno da sorveglianza marittima CN-235 sono arrivati alla base di Decimomannu in Sardegna, accompagnati dalla fregata F-100 Méndez Núñez e dal sottomarino S-74 Tramontana.

Per quanto riguarda il coinvolgimento italiano, essenzialmente di supporto informativo (grazie alla costellazione COSMO-SkyMed) e logistico attraverso le 7 basi di Aviano (dove oltre i 40 F-16 di stanza sono arrivati a varie riprese F-15, F-18, C-130, C-17), Decimomannu, Trapani, Pantelleria, Sigonella, Gioia del Colle e Amendola, esso prevede la portaerei leggera Garibaldi, al largo delle coste libiche con i suoi AV-8B Harrier II Plus, assieme al cacciatorpediniere Andrea Doria, il rifornitore Etna che comanda il gruppo navale, il pattugliatore Libra e la fregata Euro, assieme ad assetti per ricerca e soccorso (SAR). Così come il Canada, al momento il nostro paese non ha preso parte ufficialmente agli attacchi, anche se pronto a fornire dalla base di Trapani Birgi, dove sono schierati anche gli aerei CF-18 canadesi, i Tornado IDS ed ECR armati di missili anti-radar HARM quali piattaforme d’attacco (alcuni di questi potrebbero aver partecipato a missioni SEAD sotto il controllo del comando di coalizione), e caccia F-16 ed Eurofighter per il mantenimento della no-fly zone.

I libici, sprovvisti di una vera Marina, prima dell’attacco potevano contare su un mix obsoleto di aerei ancora operativi composto da Mig 21 e Mig 23, Su-22 e Su-24, Mirage F-1 ed elicotteri Mi-24. La difesa antiaerea era costituita da batterie di missili SA-2/3/6 e SA-5 ed un numero imprecisato di Manpads distribuiti alle forze a terra.

Firmato Trattato di Cooperazione Militare tra Francia e Regno Unito

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Un nuovo programma di cooperazione nel settore Difesa tra il Regno Unito e la Francia è stato annunciato dal Primo Ministro britannico David Cameron e dal Presidente francese Nicolas Sarkozy, a margine dell’incontro bilaterale tenutosi a Londra per delineare i termini di quella collaborazione che porterà ad una elevata sinergia industriale e tecnologica tra i due paesi, per evitare spese ridondanti e aumentare allo stesso tempo efficienza e capacità militare.

Questo accordo segue le linee guida indicate nel Strategic Defence and Security Review, recentemente pubblicato dal governo inglese, che spinge verso relazioni più forti con gli alleati principali del Regno Unito, i cui interessi di sicurezza e capacità militari sono analoghi.

In questo senso gli stanziamenti alla difesa di Francia e Regno Unito costituiscono la metà del totale di quelli di tutte le nazioni europee, e i due terzi nel settore ricerca e sviluppo.

“Ci sono molte ragioni per cui questa cooperazione ha senso. Noi siamo le uniche potenze nucleari europee. Noi abbiamo i budget più grandi nel settore difesa e siamo gli unici due paesi con una reale capacità di proiezione su larga scala. Siamo entrambi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e membri guida del G8 e del G20. Non c’è momento migliore per approfondire il nostro rapporto con la Francia. Da quando il presidente Sarkozy è entrato in carica, abbiamo visto un vigoroso tentativo di portare l’Europa e l’America più vicine, e di integrare maggiormente la Francia nella NATO”, ha affermato il Ministro della Difesa inglese Liam Fox.

In termini pratici, le misure concordate tra il Regno Unito e la Francia prevedono:

• Lo sviluppo congiunto di una Combined Joint Expeditionary Force (CJEF), intesa a costituire una capacità di proiezione non permanente a livello brigata in grado di svolgere una serie di operazioni in futuro sia agendo a livello bilaterale che attraverso la NATO, la UE o altri accordi di coalizione. La guida di questo assetto, che farà affidamento su reparti provenienti da esercito, marina e aeronautica, sarà affidata ad un comandante francese o inglese con inizio delle esercitazioni nel 2011.

• L’implementazione di un team integrato di lavoro articolato sul centro della CEA (Commissariat à l’énergie atomique) di Valduc, in Francia, e supportato da quello della AWE (Atomic Weapons Establishment) di Aldermaston, UK, per la gestione delle testate nucleari francesi ed inglesi in materia di progettazione, test, sicurezza e manutenzione, in modo da condividere attrezzature e competenze e ridurre di molto i costi di quello che potrebbe configurarsi in futuro come un deterrente nucleare comune europeo. La durata di questo accordo, concertato in maniera separata dal resto del trattato, sarà di almeno 50 anni, a partire dal 2014.

• La formazione di un gruppo navale combinato costruito attorno alla portaerei francese Charles de Gaulle o alla HMS Queen Elizabeth a partire dal 2020, che integri assetti navali delle due nazioni per fornire una capacità d’attacco congiunto dal mare. La recente decisione di dotare l’unità inglese con catapulte e cavi d’arresto permetterà agli aerei francesi di operare dal suo ponte così come agli F-35C di essere lanciati dalla CdG.

• Lo sviluppo congiunto di nuove dottrine militari e programmi di addestramento.

• Una cooperazione avanzata in materia di acquisizione di equipaggiamenti e tecnologie, con accordi relativi allo sviluppo di un aereo senza pilota MALE (Medium Altitude Long Endurance), con data di consegna per il 2015/2020; un nuovo programma di ricerca UCAS (Unmanned Combat Aircraft System), che potrebbe portare ad un velivolo operativo nel 2030; nuovi sistemi d’arma, come il missile antinave di MBDA lanciabile da elicottero FASGW(H)/ANL e un programma di miglioramenti per il missile da crociera Scalp/Storm Shadow; tecnologie da integrare nei sottomarini nucleari di prossima generazione; nuovi assetti navali per la lotta antimine; una nuova costellazione di satelliti militari per comunicazioni da far entrare in servivio nell’arco temporale 2018/2022; attività di ricerca e sviluppo.

• Realizzare una logistica integrata comune, come particolare riferimento alla fornitura di ricambi, supporto, addestramento e manutenzione per il nuovo velivolo da trasporto A400M. In questo senso verrà firmato un singolo contratto con Airbus Military (EADS) entro la fine del 2011 in tempo per l’arrivo del primo aereo francese nel 2013.

• Lo sviluppo di una più forte base industriale e tecnologica nel settore Difesa, che potrebbe portare alla costituzione, nel caso di acquisizioni di sistemi d’arma complessi, di un solo fornitore europeo, che in qualità di unico contractor, sia capace di portare a risparmi dell’ordine del 30%.

• Il rafforzamento della collaborazione in tema di sicurezza informatica e anti-terrorismo.

Nel complesso, il trattato di cooperazione consentirà di rafforzare i legami operativi tra le forze armate francesi e inglesi, la condivisione e lo scambio di materiali ed attrezzature, la costruzione di impianti comuni, l’accesso ai rispettivi mercati della difesa, e una maggiore intesa industriale e tecnologica, rispettando gli impegni sia con la NATO che con l’Unione Europea.

Il trattato precisa che lo schieramento combinato di truppe dovrà ricevere l’avvallo di entrambi i paesi, mentre i termini della condivisione di informazioni militari sarà oggetto di ulteriori discussioni tra i rispettivi Capi di Stato Maggiore della Difesa.

In ogni caso i termini della collaborazione non pregiudicherranno la sovranità di ciascun paese nei riguardi della sua autonomia e della capacità di condurre operazioni militari singolarmente, mentre la possibile condivisione di informazioni riservate tra il Regno Unito, alleato privilegiato degli USA, e la Francia, potrebbe condurre, secondo John Bolton, ex ambasciatore americano alle Nazioni Unite, a un netto taglio dei rapporti in materia di intelligence fra le due sponde dell’Atlantico.

UK: Pubblicata la Strategic Defence and Security Review

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Il documento presentato dal Primo Ministro inglese Cameron contiene i piani per rimodellare le forze armate in vista degli scenari previsti dalla National Security Strategy, comprese alcune variazioni rispetto alle ipotesi delineate precedentemente alla sua uscita. Lo strumento militare diverrà più snello ma complessivamente più efficiente, in termini di capacità per spesa pubblica.
I piani prevedono una riduzione del personale nei prossimi cinque anni in tutti e tre i servizi; in particolare la Royal Navy ridurrà il proprio organico con un taglio di circa 5.000 persone, l’esercito di 7.000, l’aeronautica di 5.000; il personale civile verrà ridotto di 25.000 unità.

Nel dettaglio:

La Royal Navy avrà una forza di superficie basata su 19 unità, tra fregate e cacciatorpedinieri (fra cui le Type 45 e 26), e la nuova portaerei HMS Queen Elizabeth (che trasporterà di norma 12 F-35C, con possibilità di aumento a 36, ed una componente ad ala rotante basata su 12 fra AW101 e Chinook, oltre ad 8 Apache a seconda della missione), riconfigurata con catapulte e cavi d’arresto. La modifica comporterà uno slittamento dell’entrata in servizio di circa tre anni. La HMS Price of Wales verrà costruita e messa subito in stato di “extended readiness”, ovvero sostanzialmente non operativa ma pronta ad entrare in azione a seconda delle necessità (la decisione se tenerla o venderla verrà presa nel 2015). La componente sottomarina sarà basata sui 4 SSBN Vanguard (che costituiscono il deterrente nucleare inglese e verranno sostituiti a partire dal 2028) e sui nuovi 7 sottomarini d’attacco classe Astute. La 3 Commando Brigade continuerà a costituire l’ossatura principale delle forze d’assalto anfibio inglesi, in grado di sbarcare rapidamente via elicottero 1.800 uomini, veicoli e strutture di comando e supporto.
Entro il 2015 il personale si assesterà sui 30.000 uomini, con una ulteriore riduzione di 1.000 persone entro il 2020.
La HMS Ark Royal verrà pensionata immediatamente, così come una fra la HMS Ocean o la HMS Illustrious (al termine di uno studio ad hoc verrà mantenuta quella che offrirà le migliori capacità nel ruolo di portaelicotteri), 4 fregate ed una nave della classe Bay (LSD). La componente elicotteristica marittima sarà basata su Wildcat e Merlin di AgustaWestland.

Il British Army sarà strutturato intorno a cinque brigate multi-ruolo (una verrà tagliata), di cui 4 in supporto alla singola con alto livello di prontezza di intervento. Ciascuna sarà articolata su una forza da ricognizione, una di fanteria leggera e una meccanizzata. La 16 Air Assault Brigade, tra le prime ad entrare in azione in caso di conflitto, verrà mantenuta insieme alle sue unità di supporto e addestramento.
L’esercito manterrà inoltre la capacità di comandare operazioni ad alto livello attraverso l’Allied Rapid Reaction Corps (ARRC) in ambito NATO, e ridislocare un quartier generale divisionale con uno in stato di supporto.
La forza complessiva verrà ridotta a 95.000 persone entro il 2015, ma senza alcuna modifica alle unità combattenti in Afghanistan, con ipotesi di arrivare a 94.000 entro il 2020; i carri Challenger 2 verranno tagliati del 40% e l’artiglieria pesante (AS90) di circa il 35%.

La Royal Air Force sarà basata su velivoli Eurofighter Typhoon ed F-35C Lightning II Joint Strike Fighter (il cui ordine definitivo subirà dei tagli); capacità ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance) verrà fornita dai 7 E-3D Sentry e dai 3 RC-135 Rivet Joint ordinati a marzo, oltre che dagli assetti unmanned. La componente da trasporto si articolerà su 7 C-17 e 22 A400M; i 14 nuovi tanker A330 (che sostituiranno dal 2013 i VC-10 e Tristar) all’occorrenza potranno trasportare uomini o materiale. Verranno acquisiti altri 12 elicotteri Chinook da affiancare ai Merlin.
L’aeronautica si stabilizzerà inizialmente su 33.000 uomini entro il 2015, 31.500 entro il 2020; La flotta di C-130J Hercules sarà pensionata nel 2022 dieci anni prima di quanto previsto in favore dei più capaci A400M; ritiro previsto anche per l’aereo per raccolta informazioni tattiche R1 Sentinel ASTOR (Airborne Stand-Off Radar) poichè non più necessario per sostenere le operazioni in Afghanistan.
La flotta di Tornado GR4 verrà ridotta mentre quella di Harrier verrà completamente pensionata nel 2011. Ciò determinerà la sospensione dell’aviazione navale basata su velivoli ad ala fissa fino al 2020, quando arriverà l’F-35C, che come l’Harrier, sarà gestito congiuntamente dalla RAF e dalla Royal Navy; il programma per gli aerei da pattugliamento marittimo Nimrod MRA4 verrà cancellato.