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Varata la Rossita, nave per il trasporto dei rifiuti nucleari dei sottomarini russi

Riferimento | Asia e Pacifico | Europa | Marina |

Presso i cantieri del Muggiano, La Spezia, alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e del Ministro del Commercio e dell’Industria russo Viktor Khristenko, è avvenuto il varo della Rossita (nome che simboleggia la cooperazione tra Russia e Italia), nave ideata per il trasporto del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi derivanti dallo smantellamento dei sottomarini nucleari russi dismessi.

L’unità, il cui costo è di oltre 70 milioni di euro, è stata ordinata dal governo italiano nel 2008 a Fincantieri, con fondi stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico, nel quadro dei più ampi accordi del 2003 fra Italia e Federazione Russa per lo smantellamento dei sottomarini nucleari radiati dalla Marina russa e per la gestione sicura dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito. Il programma vede la partecipazione anche della Marina Militare Italiana.

Tali accordi, il cui valore complessivo è di 360 milioni di euro (136 dei quali già tramutati in contratti), risalgono al 2003 e hanno valenza fino al 2013; rappresentano il contributo italiano allo sforzo dei paesi del G8 per la riduzione della minaccia causata da gruppi terroristici che potrebbero far uso anche di armi nucleari e radiologiche create utilizzando il materiale depositato in siti russi non sorvegliati. Attualmente quattro unità sono state smantellate, e c’è in programma lo smantellamento di un quinto sottomarino (le sinergie italo-russe hanno permesso lo smantellamento di due sottomarini in più rispetto alla pianificazione originaria).

Il progetto, oltre alle attività di smantellamento dei sottomarini e alla realizzazione della nave per il trasporto dei relativi materiali, prevede altre tre linee di attività: il miglioramento della protezione fisica delle installazioni sensibili; il trattamento di residui radioattivi liquidi e solidi e lo stoccaggio temporaneo dei manufatti; infine, la realizzazione di contenitori in acciaio per il trasporto di combustibile irraggiato e di residui altamente radioattivi.

La nave verrà utilizzata dalla società armatrice russa Atomflot, che fa capo a Rosatom, l’ente che gestisce il complesso nucleare civile e militare russo, per trasportare il combustibile irraggiato dai diversi siti del Nord-Ovest della Russia (Penisola di Kola e Mar Bianco) al porto di Murmansk, e i rifiuti radioattivi condizionati al sito di stoccaggio interinale di Sayda Bay.

L’unità, che sarà consegnata nella primavera del 2011, sarà costruita sotto la sorveglianza del Registro navale russo nel rispetto dei più elevati standard internazionali previsti per il trasporto di contenitori per combustibile nucleare esaurito e di scorie radioattive. Quanto smantellato nelle basi navali e nei cantieri navigherà fino ai porti nei quali, a mezzo ferrovia, il materiale verrà trasferito ai siti di trattamento e stoccaggio.

La nave è stata progettata tenendo conto di criteri innovativi, come la duplicazione degli impianti all’interno delle stive di carico in modo che siano autonomi e separati dal resto dell’impiantistica, la presenza di due locali di propulsione separati tramite una paratia stagna longitudinale e l’adozione di un doppio scafo nella zona destinata al trasporto del carico. Inoltre, lo schermo di protezione delle stive e il relativo sistema di monitoraggio di tutta l’area interessata al trasporto del carico sono stati progettati nel rispetto delle più stringenti normative in materia di sicurezza nucleare.

Questa nave multifunzione sarà lunga 84 metri, larga 14, avrà un equipaggio di 23 persone, una capacità di carico di 640 tonnellate, una portata lorda di 1.620 tonnellate e potrà viaggiare alla velocità continuativa di 12 nodi. L’autonomia è di 3.000 miglia nautiche. I propulsori sono due motori diesel V1716T2MSD di Isotta Fraschini.

Al via i lavori di costruzione della prima Falaj 2 per gli Emirati

Riferimento | Marina | Medio Oriente e Africa |

Si è tenuta oggi, presso lo stabilimento di Muggiano (La Spezia), la tradizionale cerimonia del taglio della lamiera che dà il via alla costruzione della prima delle due unità stealth “Falaj 2”, ordinate a Fincantieri dalla Marina militare degli Emirati Arabi Uniti. Il contratto, firmato all’inizio dell’anno, prevede un’opzione da parte della Marina emiratina per ulteriori due unità gemelle, nonchè il trasferimento di tecnologia dell’azienda presso uno stabilimento locale. La consegna dell’unità è prevista entro la seconda metà del 2012.

Questi pattugliatori saranno lunghi 55 metri, larghi 8.60, potranno superare i 20 nodi di velocità ed ospitare un equipaggio di 28 persone. Loro principale caratteristica sarà la particolare struttura (stealth), che le renderà difficilmente individuabili. Si caratterizzeranno inoltre per l’elevata flessibilità nello svolgere differenti profili di missione – dall’attività di pattugliamento e sorveglianza all’autodifesa nei confronti di minacce aeree e di superficie – in scenari operativi nazionali e internazionali, nonché per gli elevati standard abitativi e di sicurezza.

Il mercato degli Emirati, dove lo scorso anno è maturato un primo importante ordine per la realizzazione di una corvetta “Abu Dhabi class” – in corso di realizzazione presso lo stabilimento di Riva Trigoso – si conferma sempre più strategico per Fincantieri, sul fronte dello sviluppo di business sia militari sia civili, come testimonia la costituzione nell’area della joint venture “Etihad Ship Building”, annunciata nei giorni scorsi nell’ambito del salone “Euronaval”. La nuova società avrà l’obiettivo di progettare, produrre e vendere differenti tipi di navi civili e militari oltre a gestire attività di manutenzione e refitting.

(Fincantieri)

Fincantieri crea JV negli Emirati Arabi Uniti

Riferimento | Industria | Medio Oriente e Africa |

Nell’ambito di EURONAVAL, il più importante appuntamento al mondo nel settore della difesa navale, giunto quest’anno alla 22ma edizione, Fincantieri ha dato l’annuncio dell’avvenuta costituzione, negli Emirati Arabi Uniti, della Società ETIHAD SHIP BUILDING, una Joint Venture tra Al Fattan Ship Industries, Melara Middle East e la stessa Fincantieri.

Gli obiettivi che la nuova Società intende perseguire sono la progettazione, produzione e vendita di differenti tipi di navi civili e militari oltre ad attività di manutenzione e refitting.

Attualmente Fincantieri è impegnata nella realizzazione di due programmi per la Marina Militare degli Emirati Arabi Uniti che prevedono la costruzione di Pattugliatori d’altura classe “Abu Dhabi” e di Pattugliatori costieri classe “Falaj 2″.

A margine dell’annuncio odierno l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha dichiarato: “Oggi più che mai l’acquisizione di commesse all’estero comporta che le navi vengano costruite in cantieri locali. Per questo motivo dobbiamo attrezzarci adeguatamente per poter garantire al cliente qualità e tempi di consegna contenuti. La strategia che stiamo perseguendo ci consente di realizzare in Italia le prime unità per la Marina Militare degli Emirati Arabi Uniti, e di fornire il trasferimento di tecnologia”. Bono ha concluso: “Siamo particolarmente soddisfatti perché questo accordo in prospettiva ci offre importanti potenzialità di business non solo nel comparto militare ma anche in quello civile”.

(Fincantieri)

Varata la seconda unità rifornitrice per l’India

Riferimento | Asia e Pacifico | Marina |


E’ stata varata presso lo stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente (Genova), la seconda unità di rifornimento e supporto logistico (“fleet tanker”) per l’India, “Shakti”, che in sanscrito significa “forza”, “energia”, “potenza”.
Questa nave è gemella della “Deepak”, varata lo scorso mese di febbraio e in corso di allestimento nello stabilimento di Muggiano (La Spezia). La consegna è prevista nell’autunno 2011.

Sono intervenuti alla cerimonia Debabrata Saha, ambasciatore dell’India in Italia, l’Amm. NN Kumar, responsabile acquisizione delle nuove costruzioni della Marina indiana e il responsabile della direzione navi militari di Fincantieri Alberto Maestrini. Madrina della cerimonia è stata la Sig.ra Homai Saha, moglie dell’Ambasciatore indiano. Secondo la tradizione indiana, il varo, segnato dalla classica rottura della bottiglia, è stato preceduto da alcuni riti beneauguranti, come la rottura delle noci di cocco e l’utilizzo di incenso per cospargere la frutta benedetta. Inoltre lo scafo della nave è stato istoriato di simboli spirituali con lo stesso pigmento naturale che viene impiegato per disegnare il famoso “terzo occhio” sulle fronti delle donne indiane.

La nave, lunga 175 metri, larga 25, alta 19 metri, ha un dislocamento a pieno carico di 27.500 tonnellate, un apparato propulsivo composto da due motori diesel da 10mila kW e può raggiungere una velocità massima di 20 nodi. Al pari della sua gemella, la nuova unità ha un sistema propulsivo costituito da un asse dotato di un’elica a pale orientabili, un ponte di volo per l’impiego di elicotteri medio-pesanti (fino a 10 tonnellate) e può effettuare il rifornimento di quattro unità in contemporanea, grazie ai doppi portali. E’ in grado di ospitare circa 250 persone, fra equipaggio e personale di supplemento ed è caratterizzata dalla presenza di un doppio scafo, in grado di consentire una maggiore protezione delle cisterne di carburante contro i rischi di inquinamento in caso di collisioni o danneggiamenti, in ottemperanza alle nuove norme Marpol sulla protezione ambientale dettate dall’International Maritime Organization.

Alla fine della cerimonia, la delegazione indiana ha lasciato il cantiere per recarsi in visita presso il Galata-Museo del Mare di Genova, dove l’ambasciatore indiano ha potuto ammirare il sottomarino “Nazario Sauro”, recentemente restaurato da Fincantieri.

(Fincantieri)

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