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La sonda Nasa Phoenix Mars Lander atterrata su Marte

Riferimento | Aerospazio | Americhe |

La sonda Phoenix, costruita per la Nasa da Lockheed Martin, si è posata senza problemi sul suolo di Marte dopo un viaggio nello spazio di 680 milioni di chilometri cominciato con il lancio da Cape Canaveral nell’agosto 2007 con un vettore Delta II, dando inizio così ad una missione di tre mesi durante i quali utilizzerà gli strumenti di bordo per analizzare il suolo e il ghiaccio del sito nella regione polare marziana. E’ la prima sonda spaziale a posarsi sulla regione artica del pianeta rosso per sondarne il permafrost. La speranza degli scienziati, per questa missione da 420 milioni di dollari, è che possa essere rilevato del ghiaccio, da cui deriverebbe la possibilità di rintracciare forme di vita.
I segnali radio ricevuti alle 4:53:44 pm (ora del Pacifico) hanno confermato che il Phoenix Mars Lander è sopravvissuto alla difficile discesa finale e ha toccato il suolo con un anticipo di 15 minuti.
Come previsto, Phoenix ha smesso di trasmettere un minuto dopo lo sbarco e ha concentrato la sua limitata batteria nell’aprire i pannelli solari e in altre attività critiche. La prima foto ha confermato che i pannelli si sono aperti come previsto e le aste ripiegate contenenti la macchina fotografica stereo e la stazione meteo hanno raggiunto la posizione verticale. Scopo della missione non e’ tanto quello di trovare tracce di vita, bensì di rintracciare composti organici che possono essere indicatori che le condizioni per la vita ci sono o ci sono state sul pianeta.

La sonda, che prende il nome “Fenice” dal fatto di essere erede del Mars Surveyor Lander, programma cancellato nel 2001, sarà la prima a toccare acqua ghiacciata nell’attesa di trovare prove di vita microbica attuale o passata. Le prime immagini hanno fornito un assaggio del fondovalle pianeggiante che dovrebbe presentare un permafrost ricco d’acqua all’interno del raggio del braccio robotico della sonda.
“Notiamo la mancanza di rocce che ci aspettavamo, vediamo i poligoni che abbiamo visto dallo spazio, non si vede ghiaccio sulla superficie, ma riteniamo che lo potremo vedere al di sotto”, ha detto Peter Smith della University of Arizona, Tucson, investigatore principale per la missione Phoenix.

Solo cinque dei 15 precedenti tentativi di scendere su Marte avevano avuto successo, in tutti i casi ad opera di sonde americane. Ad aprire la strada erano state, nel 1975-76, Viking 1 e 2, seguite da Pathfinder nel 1996 e dai sorprendenti Spirit e Opportunity, che dal 2004 continuano a setacciare il suolo marziano. Il piccolo ‘lander’ europeo Beagle 2 ando’ invece perduto nel 2003, ma il satellite che lo trasportava, Mars Express – un progetto in buona parte italiano – continua a fotografare il pianeta rosso in orbita.

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4 commenti »

  1. campagnolo lino

    ottobre 4, 2008 @ 4:24 pm

    buono si può partire da qui per conoscere di più Marte. Grazie . lino

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