NASA: Allo studio veicolo spaziale con lanciatore orizzontale
15 set, 2010
L’agenzia spaziale statunitense sta studiando un nuovo veicolo in grado di essere lanciato orizzontalmente con una catapulta magnetica per posizionare in orbita, a costi più contenuti degli attuali lanciatori, piccoli carichi paganti. L’aereo, di forma cuneiforme, verrebbe lanciato in volo lungo un binario elettrico accelerato da un motore lineare (o spinto a bordo di una slitta a gas, o secondo il principio della levitazione magnetica, gli studi si sviluppano a tutto campo), dopodichè, sostenuto dai motori scramjet a Mach 10, raggiungerebbe gli strati superiori dell’atmosfera per lanciare in orbita con una capsula autopropulsa, simile al secondo stadio di un missile, il carico utile. L’aereo, terminata questa fase, rientrerebbe alla base atterrando sulla pista del sito di lancio.
Il progetto prevede una rotaia lunga circa 3 chilometri, che si svilupperebbe parallela lungo la zona d’accesso alla piattaforma di lancio 39A, e capace di accelerare l’aereo almeno fino a 1.000 km/h.
Gli ingegneri sostengono che il sistema porterà un beneficio all’industria, perfezionando quelle tecnologie che renderebbero più efficienti i sistemi ferroviari, le batterie delle auto, e numerosi altri spin-off industriali. Il sistema di per sè non richiederebbe lo sviluppo di nuove tecnologie, afferma Stan Starr, capo del dipartimento di fisica applicata presso il Kennedy Space Center, ma solo uno sviluppo in avanti di alcune già esistenti.
Tali tecnologie sono in fase di sviluppo in programmi come l’X-51A WaveRider della Boeing, che prosegue gli studi realizzati dalla NASA con l’X-43A, le EMALS, le catapulte elettromagnetiche che verranno installate sulle prossime portaerei della US Navy classe Ford, e vari altri programmi portati avanti dalla DARPA.
Il team ha proposto un piano decennale che inizierebbe con il lancio di un drone simile a quelli utilizzati nei test dalla US Air Force, e continuerebbe con lo sviluppo di altri prototipi fino a quando non saranno pronti a costruire un esemplare che può lanciare in orbita un piccolo satellite.
L’Advanced Space Launch System non è destinato a sostituire lo Space Shuttle, in via di pensionamento, o altri lanciatori per il prossimo futuro, ma potrebbe essere adattato per trasportare astronauti o essere limitato a missioni senza presenza di piloti a bordo.
Il sistema di lancio MagLev in corso di valutazione al Marshall Space Flight Center

La sonda Phoenix, costruita per la Nasa da Lockheed Martin, si è posata senza problemi sul suolo di Marte dopo un viaggio nello spazio di 680 milioni di chilometri cominciato con il lancio da Cape Canaveral nell’agosto 2007 con un vettore Delta II, dando inizio così ad una missione di tre mesi durante i quali utilizzerà gli strumenti di bordo per analizzare il suolo e il ghiaccio del sito nella regione polare marziana. E’ la prima sonda spaziale a posarsi sulla regione artica del pianeta rosso per sondarne il permafrost. La speranza degli scienziati, per questa missione da 420 milioni di dollari, è che possa essere rilevato del ghiaccio, da cui deriverebbe la possibilità di rintracciare forme di vita.
Con 2 mesi di ritardo rispetto ai piani originali, causato dal rinvio della partenza della missione STS-122 dovuto al malfunzionamento di alcuni sistemi relativi al serbatoio principale dello Space Shuttle, il modulo dell’Agenzia Spaziale Europea Columbus è agganciato e in processo di attivazione da parte dell’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).